Non ci stanno i genitori della Scuola dell’Infanzia Giovine Italia di Genova e lanciano una petizione contro le classi pollaio. Sì perché, nonostante l’emergenza sanitaria in corso, in un’ondata di ottimismo il provveditorato ha deciso di accorpare le classi dell’infanzia. La decisione porterebbe ad avere quasi 30 bambini per aula.
Insieme alla petizione è stata inviata una lettera alla ministra Azzolina, all’Assessore regionale Ilaria Cavo, all’Assessore comunale Barbara Grosso e al presidente del Municipio IV Roberto D’Avolio.
Accorpamento classi in periodo di emergenza sanitaria
In questa lettera si legge: “Il 12 giugno scorso noi genitori della scuola dell’infanzia Giovine Italia abbiamo saputo che, per decisione dell’Ufficio Scolastico Regionale, una classe dell’infanzia sarà soppressa e distribuita nelle altre tre classi. Questo comporterà inevitabilmente tutta una serie di conseguenze molto gravi. Si avrà un aumento della concentrazione di bimbi per classe: avremo infatti due classi da 25/27 bambini ed una da 23/25 unità, nonostante la presenza di alunni diversamente abili”.
“Ci troveremo quindi con tre classi sovraffollate in un momento di emergenza sanitaria in cui si parla di evitare le “classi pollaio” e di distanziare il più possibile gli alunni. Ma si tratta di un problema che va al di là dell’emergenza Covid 19. Da dati ufficiali (fonte MIUR) emerge che la Liguria è in cima alla classifica nazionale per il sovraffollamento scolastico nelle scuole d’infanzia.”
Oltre ad accorpamento classi, anche tagli alle risorse
“Altro grave problema che consegue al provvedimento è la riduzione di personale scolastico. La decisione comporta infatti la perdita di un collaboratore scolastico e di ben tre insegnanti – una di sostegno qualificata e due di sezione. Avremo così una perdita, non solo di ‘manodopera’ ma soprattutto di competenze. Oltre il danno, la beffa! Questo provvedimento dell’Ufficio Scolastico Regionale appare come un’opera di razionalizzazione delle risorse operata con la scure, unicamente nell’ottica del risparmio, senza tener conto delle reali esigenze dei bambini.”
“Non solo. Oltretutto, si tratta di un taglio compiuto su numeri presunti, perché molte iscrizioni pervengono in ritardo, nel corso dell’estate. Nella nostra scuola, durante i mesi estivi, si iscrivono fino a dieci bimbi in più. Quest’anno, considerato il sovraffollamento delle nuove tre classi, potranno essere accettate iscrizioni tardive? O i ritardatari resteranno tagliati fuori? Anche questo, eventualmente, rappresenterà un grave disservizio per bambini e famiglie che ne avrebbero bisogno e diritto”.
“Tutti i Paesi che credono nel futuro puntano sulla qualità dell’istruzione perché il futuro di una civiltà è rappresentato dalle nuove generazioni. Anche la nostra Italia dovrebbe credere di più nel futuro e puntare su una scuola che rappresenti un luogo di formazione seria. In quest’ottica, le decisioni di razionalizzazione delle risorse dovrebbero tener conto prima e soprattutto delle persone poi dei numeri. Piuttosto che i nuovi banchi monoposto servirebbe un’attenzione vera e concreta ai problemi reali,”
E intanto c’è chi si chiede se non si tratti di una manovra per evitare la riapertura a settembre con la scusa del sovraffollamento delle classi.
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