Nonostante la quantità di pareri negativi ricevuti dai municipi ( anche quelli di centrodestra) durante il mese di aprile (pareri comunque non vincolanti), la maggioranza in Consiglio Comunale la settimana scorsa ha deciso di accogliere una modifica del PUC (Piano Urbanistico Comunale). Modifica che consentirà in diverse zone della città, tra cui la parte a valle delle traverse di Via della Maddalena, l’abitabilità dei fondi.
Secondo l’Amministrazione è da intendersi come “Contrasto al degrado urbano legato alle case sfitte nei bassi e al fenomeno dei cantieri e degli immobili abbandonati”. La dissonanza sta nel fatto che proprio i bassi di quelle zone del centro storico sono luoghi di prostituzione: di certo non l’attività di punta col quale penseresti di combattere il degrado. Decisione che stona del tutto con quelli che furono i toni di partenza di questa nuova Giunta.
Riassunto delle “puntate” precedenti
Era iniziato tutto come un film Spaghetti Western nel 2017, all’alba della vittoria del sindaco Bucci, appoggiato dalle liste di centro destra. Dopo anni di abbandono, l’assessore Garassino si presentava come garante di ordine e sicurezza in un momento in cui ce n’era effettivamente bisogno. Nel 2017, a Genova avvenivano continui disordini sulle linee AMT causate da sbandati e ubriachi, il centro era abbandonato a se stesso con diversi episodi di accattonaggio molesto, risse tra senza fissa dimora e anche aggressioni ai danni degli stessi. Il messaggio dell’assessore quindi, non faticò a passare e ad essere accolto.
La partenza fu delle migliori, con un dispiegamento di forze notevoli e con l’assessore stesso che non si risparmiò, mettendosi in prima linea. Poi però qualcosa è cambiato verso la fine del 2019. Meno prime linee, meno clamore sulla questione ordine e decoro, mentre sorgono nuove criticità. La movida in centro storico riprende a farsi caotica e potenzialmente teatro della vendita di droghe. Parallelo, ma non meno preoccupante, è anche il consumo di alcol tra i giovani che pare salire a livelli allarmanti. L’amministrazione tenta una stretta, mandando più controlli sui market etnici, sulla vendita di alcolici e le licenze. Eppure la linea continua a cambiare, tanto da sembrare quasi che Genova abbia perso il suo “sceriffo”.
La situazione attuale
Nel post lockdown 2020, salgono di nuovo le tensioni nel centro storico, soprattutto in zona Maddalena e Prè. Lo spaccio non è mai stato realmente debellato, mentre invece è riuscito maggiormente a nascondersi. Vengono prese nuove misure, questa volta in chiave meno “western”: maggiori ronde e pattuglie da parte della Polizia Locale in zona Sottoripa. Camminando per quella zona diventa in effetti più facile incontrare gruppi anche di cinque o sei agenti a controllare la situazione. Però non basta.
Lo spaccio si sposta verso zona Maddalena, talvolta anche in zone come il Carmine, che di contro negli ultimi dieci anni ha subito un profondo restyling, e da quartiere-paesino in pieno centro di estrazione principalmente popolare, è diventata una piazza pedonale con tavolini all’aperto ed un grande passaggio di studenti universitari. I comitati di quartiere Pre e Maddalena lanciano alcune iniziative di protesta contro il degrado, fino a quando arriva “il colpo di scena” che nessuno si aspettava: la modifica al PUC, contro la maggioranza dei pareri, tra cui quello del Siap, il Sindacato Italiano Appartenenti Polizia.
Domande senza risposte
Le domande che nascono quindi dal fatto che Consiglio Comunale abbia deciso di accogliere una modifica del PUC sono diverse: si tratta di ingenuità o di un disegno ben preciso? Nella seconda ipotesi, chi sono i “beneficiari” – per ora sconosciuti – di questa decisione? E’ possibile che una amministrazione a trazione leghista, che ha come motto eterno “ordine e sicurezza”, possa spalleggiare una manovra simile, che per come giostrata attualmente non sembra poter generare nessuno dei due?
In attesa di risposte dall’amministrazione comunale, la preoccupazione degli abitanti non aspetta a salire.